I miei servizi

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Prevenzione neuropsicomotoria

Rivolta ad asili nido, scuole di infanzia e scuole primarie

Progetti di gruppo organizzati al fine di osservare le aree di motricità, adattamento, attaccamento, competenze sociali e comunicative, espressività corporea, competenze emotivo-comportamentali.

Valutazione e trattamento neuropsicomotorio

1° Step: Valutazione

COSA sceglie il bambino, COME sceglie e PERCHÉ fa quelle scelte rispetto ad altre?

Durante la valutazione si evidenziano i punti di forza, cioè le abilità che il bambino possiede ed utilizza in modo adeguato, i punti di debolezza e/o lo sviluppo atipico rispetto all’età e le relazioni di influenza tra gli ambiti di funzionamento

2° Step: Trattamento

Condivisi gli obiettivi con i genitori e stabilite le modalità di trattamento, si iniziano gli incontri settimanali (1/2vv). Le modalità e gli obiettivi possono essere ripensati durante il percorso.

Disturbi, difficoltà e patologie

Rappresenta una mancata acquisizione di una o più competenze dello sviluppo, ritardo che può comportare ripercussioni su una (ritardo settoriale) o più sfere (ritardo globale) del soggetto, ad es. sfera cognitiva, relazionale ed emotiva. Talvolta, il ritardo psicomotorio, se globale e non secondario a patologie, può essere l’espressione di esperienze e stimoli relazionali ed ambientali non adeguati (ad es. neonato o infante che durante la pandemia Covid non ha potuto vivere le relazioni interpersonali con coetanei o altri adulti al di fuori dei genitori).

E’ un disturbo del neuro-sviluppo che coinvolge principalmente linguaggio e comunicazione, interazione sociale, interessi ristretti, stereotipati e comportamenti ripetitivi. Il trattamento è volto a sviluppare le capacità imitative e sociali, comunicative, cognitive e di gioco.

E’ un disturbo del neurosviluppo, caratterizzato da livelli invalidanti di disattenzione, disorganizzazione e/o iperattività-impulsività, che causa una compromissione nel funzionamento personale, sociale e scolastico. Il terapista offre al bambino la possibilità di acquisire strategie che lo guidino sia alla pianificazione del proprio comportamento nei diversi ambiti di vita e alla risoluzione dei problemi sia a trarre informazioni importanti dai propri errori per autocorreggersi, ma anche a sapersi premiare per il raggiungimento dei risultati positivi. L’intervento è volto anche all’incremento delle abilità sociali, attraverso il rispetto delle regole, lo sviluppo di interazioni più efficaci e la capacità di decodificare lo stato emotivo altrui, per poter rispondere e relazionarsi in modo adeguato e funzionale.

 

E’ disturbo caratterizzato da goffaggine, scoordinazione e lentezza. Possono essere visibili deficit dell’equilibrio, dell’andatura, di dissociazione dei movimenti di arti superiori e arti inferiori, delle capacità motorie fini (Tanguay 2006) come le abilità grafomotorie e la coordinazione bi-manuale. Si ha, inoltre, difficoltà nel regolare la velocità o l’intensità tonica con una buona distribuzione della forza muscolare. Spesso sono associati disturbi percettivi e visuospaziali, problemi di attenzione e di comportamento, ed anche problemi di apprendimento.

Si tratta di malattie dovute ad un’alterazione permanente del DNA, ne sono un esempio la Sindrome di Down, di Williams, di Prader-Willi, di Rett, dell’X fragile, di Klinefelter, la mucopolissacaridosi. In base al livello di compromissione, più o meno generalizzato, il trattamento neuropsicomotorio mira ad occuparsi degli aspetti più invalidanti ma che al contempo possano avere un margine di recupero. In base all’area su cui si vuole intervenire, distingueremo un trattamento prevalentemente motorio diretto alle competenze motorie di base; cognitivo, diretto alle componenti più astratte e di pensiero; relazionale, diretto alla componente emotiva e motivazionale. Il compito principale è comunque quello di far sperimentare al bambino il desiderio e il piacere del movimento, la percezione del proprio corpo e della comunicazione, basi su cui poter strutturare un intervento efficace.

Gruppo di disturbi permanenti dello sviluppo del movimento e
della postura, che causano una limitazione delle attività, attribuibili ad un danno permanente (non progressivo) che si è verificato nell’encefalo nel corso dello sviluppo cerebrale del feto, del neonato o del lattante. I disturbi motori della PCI sono spesso accompagnati da disturbi sensitivi, sensoriali, percettivi, cognitivi, comunicativi, comportamentali, da epilessia e da problemi muscoloscheletrici secondari (Rosenbaum et al., 2006). La pratica neuropsicomotoria, tenendo conto dell’eterogeneità del disturbo, ha come obiettivo quello di promuovere lo sviluppo delle abilità e delle strategie funzionali per migliorare l’autonomia e l’integrazione sociale (es. potenziamento cognitivo, sviluppo prassie di autonomia e intenzionalità comunicativa) ma anche di prevenire, contenere, correggere eventuali deformità e disfunzioni associate alla paralisi.

Si tratta di malattie ereditarie o acquisite comprendenti un ampio spettro di disordini ad esordio variabile e differente decorso, che colpiscono primitivamente uno dei componenti dell’unità motoria. L‘obiettivo del trattamento è vincolato alla storia naturale della malattia e primariamente consiste nel preservare il più a lungo possibile il massimo dell’autonomia e di capacità di partecipazione alla vita sociale. Il lavoro del neuropsicomotricista è mirato alla care posturale, mobilizzazione passiva e stretching, esercizio attivo, controllo delle posture corrette, supporto e potenziamento delle abilità cognitive (memoria, attenzione) e delle funzioni esecutive, inoltre, il TNPEE valuta l’indicazione di ortesi ed ausili.

 

E’ una condizione caratterizzata da un funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media, associato a limitazioni del funzionamento adattivo (comunicazione, autocontrollo, abilità sociali, autonomia personale, uso di risorse sociali disponibili, e riconoscimento della sicurezza personale), e alla necessità di supporto più o meno continua nel tempo. Spesso la disabilità intellettiva è espressione di una sindrome genetica, ma talvolta può manifestarsi indipendentemente da questa, come in caso di condotte a rischio durante la gravidanza (alcool o droghe) o deprivazioni sociali

  • Ipovisione o cecità: le finalità generali del training visivo in età precoce sono, ove possibile, il sostenere e/o migliorare l’esercizio delle competenze visive di base (aggancio, fissazione, inseguimento) e promuoverne l’uso adattivo; sostenere l’emergenza e/o il consolidamento delle competenze di sviluppo (ambito socio-emotivo, relazionale, motorio e cognitivo) in cui è implicata la vista anche attraverso l’investimento e il potenziamento degli altri canali sensoriali; offrire ai caregiver una guida costante e puntuale al trasferimento di modalità interattive efficaci, sia per promuovere maggiormente l’uso della funzione visiva nella comunicazione, sia per favorirne l’integrazione con le altre abilità.
  • Ipoacusia o sordità: nell’interazione neuropsicomotoria si punta all’utilizzo della voce come strumento di gioco allo stesso pari della gestualità e del movimento corporeo. La voce è uno strumento che va a integrare e potenziare i significati espressivi corporei, così da offrire un valido aiuto al bambino ipoacusico nella percezione della qualità e dell’intensità emotiva del messaggio. In caso di sordità totale si punta all’investimento e al potenziamento degli altri canali sensoriali e alla motricità.

Bambini con questa problematica esibiscono livelli di rabbia persistente ed evolutivamente inappropriata, irritabilità, comportamenti provocatori ed oppositività, che causano menomazioni nell’adattamento e nella funzionalità sociale.

Si va ad intervenire sui processi di percezione e valutazione, solitamente distorti in queste problematiche e sul processo finale di problem-solving interpersonale che contribuisce alle risposte comportamentali del bambino e alle successive conseguenze che egli elicita da parte dei coetanei e degli adulti.

Deficit di quelle capacità cognitive coinvolte nell’iniziazione, pianificazione, organizzazione e regolamentazione dei comportamenti intenzionali. Si riscontrano le seguenti difficoltà: scarso controllo degli impulsi, difficoltà nel monitorare il comportamento, ridotta capacità di servirsi dei feedback dell’adulto per pianificare le azioni, scarsa abilità di ragionamento astratto, difficoltà nel generare strategie e scarsa flessibilità̀ mentale. Il trattamento neuropsicomotorio punta alla stimolazione indiretta delle funzioni esecutive, lavorando sulla memoria prospettica, sulle funzioni attentive, sul decision making etc.

Un bambino con disturbi del comportamento alla scuola dell’infanzia spesso viene definito iperattivo: fatica a rispettare le regole, a stare fermo, infastidisce, cambia continuamente attività e pare refrattario a qualunque rimprovero. Alla scuola primaria può diventare oppositivo, provocatorio o aggressivo verso i pari.

In caso di Disturbi del Comportamento vengono effettuai percorsi individuali o in piccolo gruppo per il miglioramento di aspetti cognitivi e comportamentali, emotivi e relazionali.
Sono percorsi strettamente personalizzati in base alle richieste, ai bisogni, ai punti di forza e di debolezza dei bambini e ragazzi e tengono conto e coinvolgono anche dell’ambiente in cui vivono e delle persone con cui si relazionano.

Con il termine “disgrafia” si intende un disturbo specifico di apprendimento della scrittura che riguarda le competenze grafo-motorie e/o visuo-spaziali, talvolta sono presenti condizioni di particolare lassità legamentosa o rigidità muscolare. Il grafismo sarà, dapprima, affrontato a partire dalla pittografia fino a strutturare percorsi mirati e soggettivi per recuperare la scrittura (prensione, velocità, pressione, ritmo etc). Inoltre, il focus dell’intervento mirerà al potenziamento delle abilità di motricità fine. Si possono consigliare quaderni “Easy Write”, facilitatori per la prensione, penne o matite specifiche, etc.

I pre-requisiti della scrittura sono competenze necessarie che il bambino al primo anno di scuola elementare deve avere già acquisito. Si tratta delle abilità attentive, in particolare l’attenzione prolungata e selettiva, le abilità visuo-percettive (riconoscere e copiare forme grafiche), la coordinazione e organizzazione spaziale (ovvero distinzione tra i concetti di sopra/sotto, dentro/fuori, avanti/dietro etc.), la coordinazione oculo-manuale (seguire con lo sguardo il proprio movimento e il segno tracciato dalla matita sul foglio), l’acquisizione della lateralità (distinzione destra/sinistra e il prevalere di una “preferenza” da parte del bambino per i compiti manuali), la consapevolezza dello schema corporeo e come ultima , ma non meno importante, una postura corretta e funzionale.

I prerequisiti del linguaggio sono tutte quelle abilità non verbali che il bambino deve possedere per poter iniziare a parlare. Nello specifico queste sono: intenzionalità comunicativa, contatto visivo, attenzione condivisa, rispetto dei turni, imitazione, uso di gesti comunicativi e gioco simbolico. Il trattamento neuropsicomotorio si focalizza a creare situazioni di gioco caratterizzate da una significativa valenza socio-comunicativa, con particolare attenzione agli aspetti non verbali. Il trattamento, sviluppato ad hoc per ciascun bambino, viene svolto all’interno di un setting strutturato e adeguato sia alle esigenze e agli interessi del bambino, sia allo sviluppo di competenze ed abilità che il professionista si pone come obiettivi di trattamento.

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Ginnastica pediatrica

Attività e consigli utili per potenziare le abilità motorie durante i primi mesi di vita (0-16 mesi)

Osservando un bambino appena nato, sono tantissime le domande che affollano la mente e molte riguardano il suo sviluppo motorio. “Quando farà i primi passi il mio bebè? È normale che tenda a girarsi sempre sullo stesso lato quando è sdraiato?”.

Corsi di massaggio neonatale infantile (AIMI)

Nasce con il Tatto

Si manifesta nello Sguardo

Si percepisce nel Profumo del neonato

Si espande nel Suono delle parole rilassantiI

Il Gusto dell’amore per il proprio figlio

Il massaggio facilita nel bambino la conoscenza del suo schema corporeo, lo aiuta a coordinare i movimenti e migliora la sua capacità di apprendimento. Ne ricevono beneficio il sistema circolatorio, digerente, ormonale, immunitario e respiratorio.

Il massaggio facilita l’acquisizione del ritmo sonno-veglia ed aiuta il bambino a scaricare le tensioni accumulate per l’eccessiva stimolazione. Durante il massaggio si verifica un aumento della produzione di endorfine, ossitocina e prolattina, ed un conseguente abbassamento dei livelli di ACTH, cortisolo e norepinefrina.

La pratica costante del massaggio può dare sollievo alle tensioni muscolari, ai fastidi dovuti alla dentizione, al disagio delle coliche gassose e di stipsi e meteorismo.

All’interno del programma del corso di massaggio sono inclusi tutti gli elementi che favoriscono il bonding e sostengono il processo di attaccamento. Il massaggio infantile fa sentire il bambino sostenuto, amato ed ascoltato, mentre aiuta i genitori nel riconoscimento dei segnali inviati dal piccolo. In situazioni particolari, come l’adozione, può offrire al bambino la possibilità di un’esperienza di contatto positiva e rassicurante.

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tUTORAGGIO DSA e BES

Doposcuola specialistico 6-18 anni
Affiancamento e supporto a bambini/ragazzi con difficoltà di apprendimento o disturbi specifici di apprendimento certificati

Al fine di accompagnarli nell’acquisizione di un metodo di studio personalizzato ed efficace, nell’utilizzo degli strumenti compensativi, nell’accrescimento dell’autonomia, dell’autostima e del senso di autoefficacia

Autonomia nell’organizzazione del metodo di studio per ciscuna materia scolastica e nell’uso degli strumenti compensativi necessari (tabelle, mappe concettuali, programmi al pc etc)

Accrescere il senso di competenza nello svolgimento delle richieste scolastiche, offrire gli strumenti per far fronte in autonomia a situazioni nuove e considerate spaventose

Una maggiore sicurezza in Sè porta di conseguenza miglioramenti anche sul piano di interazione con coetanei e adulti

Supporto genitoriale

La si rivolge a chi si trova in un momento di difficoltà, o di dubbio tali da sentire il bisogno di un appoggio professionale per affrontare la situazione attraverso uno spazio di ascolto volto alla comprensione profonda di un problema e alla ricerca delle modalità di intervento più opportune.

 

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