FAQs

Che cosa mi chiedete riguardo i vostri bambini

L’inciampo durante il cammino o la corsa è una problematica frequente. L’intervento dipende dalla causa scatenante: disequilibrio, mancata coordinazione, postura scorretta, valgismo di piede/ginocchio etc.

E’ indicata una rieducazione della prensione dello strumento grafico con focus su attività inerenti la muscolatura intrinseca della mano, della postura. Inoltre, è opportuno valutare se questi aspetti inficiano o meno sulla fluidità del tratto grafico. 

Certo, nella brochure gratuita nella sezione “Area genitori”, potete trovare qualche consiglio e strategia da utilizzare durante questa delicata fase di cambiamento.

Le cause possono essere multiple, le più frequenti si associano a deficit delle competenze visuo-spaziali, visuo-prassiche o di manipolazione.

Innanzitutto bisogna valutare se il rotolamento non avviene da entrambe le direzioni (verso dx o sx), oppure se il bambino ne predilige rispetto all’altra, inoltre capire se questa difficoltà è presente se messo solo a pancia in giù, ad esempio, o anche a pancia in su. Dopodichè si possono proporre differenti attività, ad es. presentare al neonato un oggetto per lui molto attraente, lateralmente all’altezza del volto, così che sia tentato a raggiungerlo.

La problematica della plagiocefalia posizionale si presenta durante i primi mesi di vita, quando il neonato non è ancora in grado di muoversi molto. E’ quindi  fondamentale che il bambino possa assumere posture differenti durante l’arco della giornata. Durante la veglia tenetelo in braccio in differenti modi, se messo su un piano (letto, tappetone, divano) assicuratevi che possa sperimentare la posizione a pancia in su ma anche, e soprattutto, quella a pancia in giù. Inoltre, assicuratevi che quando è nella sua culla, non tenga la testolina girata sempre dallo stesso lato perchè magari attratto da luci o suoni provenienti sempre da quel lato della stanza.

I campanelli d’allarme frequenti che si notano già in bambini di circa 18 mesi (ma anche prima) sono: il bambino non si volta quando viene pronunciato il suo nome; se si gira, non ci guarda e non risponde al nostro sorriso; mancata lallazione o regressione delle prime forme di linguaggio (prime paroline); gli interessi sono ristretti e particolarmente assorbenti etc.

In situazioni di questo genere bisogna procedere su più fronti: esplorare l’ambito educativo improntato dalla famiglia e capire se ci sono criticità a questo livello; intervenire tramite un percorso di Neuropsicomotricità per lavorare sulla globalità del bambino (aspetto emotivo, relazionale etc) e riequilibrare gli scompensi in essere.

Le raccomandazioni della Società italiana di pediatria (SIP) sull’uso dei device tecnologici nei bambini/e da 0 a 8 anni di età, indicano di ridurre al minimo l’esposizione agli schermi.

E’ sconsigliato esporre i bambini a smartphone e tablet prima dei 2 anni (OMS) ed è preferibile limitare l’uso di questi dispositivi ad un massimo 1 ora al giorno nei bambini e bambine di età compresa tra i 2 e i 5 anni.

Se ancora il tuo bambino non cammina autonomamente ma si alza in piedi, cammina solo se attaccato ad un appoggio e sembra avere paura ad andare da solo, non sforzarlo, ma accompagnalo ad acquisire una maggiore sicurezza nel suo movimento. Avvicina due puff/sedie tra loro in modo tale che tra una e l’altra resti uno spazio tale che il bambino per passare da un’appoggio all’altro debba staccarsi per un breve lasso di tempo (all’inizio basterà anche pochissimo). Piani piano aumenta questa distanza e vedrai che il tuo piccolo acquisirà sempre più sicurezza fino a staccarsi del tutto.

Il girello è sconsigliato per i bambini che non hanno ancora aquisito la deambulazione, sia con supporto sia autonoma, questo perchè la posizione che assumono dentro all’imbracatura e la continua sollecitazione data dai saltelli, possono causare alterazioni strutturali alle articolazioni di caviglia, ginocchio e soprattutto anca. Dopo il raggiugimento della deambulazione, poi, non credete che risulti un po’ una limitazione per la sperimentazione deuil movimento del piccolo? Consiglio quindi il non utilizzo!

...e riguardo la mia professione

Neuropsicomotricista (TNPEE): ha una laurea universitaria in terapia della neuro e
psicomotricità dell’età evolutiva e appartiene alla categoria delle Professioni saniatrie della riabilitazione. Ha un Albo di appartenenza ed è soggetto ad aggiornamento obbligatorio. La sua fascia di intervento è 0-18 anni e ha competenze in ambito motorio, neuropsicologico e relazionale. Svolge interventi diretti di prevenzione-educazione, valutazione e terapia riabilitativa. Può essere assunto in strutture pubbliche e private, oppure in libera professione.

 

Psicomotricista: ha seguito un corso di 3 anni, ma non riconosciuto come titolo universitario. Non rientra nelle professioni sanitarie. Ha un indirizzo maggiormente relazionale ed educativo riferita al bambino, all’adulto e all’anziano. Svolge interventi di educazione, prevenzione e sostegno alla crescita psicofisica ed emotivo-relazionale, non pratica un lavoro di riabilitazione e per questo non può essere assunto in aziente sanitarie pubbliche.

Si occupa di prevenzione, educazione e ri-abilitazione neuropsicomotoria (sfera emotivo-relazionale, motoria, comunicativa etc) per la fascia di età 0-18 anni.

Laurea triennale appartenente alla classe delle Professioni sanitarie della Riabilitazione, chiamata “Terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva” con prova finale di abilitazione alla professione.

Il Neuropsicomotricista è un terapista della riabilitazione e non ha condotto un percorso di studi in Medicina con specializzazione come, invece, ha seguito il Medico Neuropsichiatra infantile.

Può lavorare come dipendente presso l’ASL o in aziende private o convenzionate, oppure come libero professionista.

Se hai delle curiosità...